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Stay safe! #18 – 14 aprile

Durante la chiusura al pubblico dell’Istituto, in questa pagina vi proponiamo testi e riflessioni di amici e scrittori, talvolta scritti per l’occasione, scelti ogni giorno per voi. Un modo di rimanere vicini, anche nella distanza.

Uno dei capolavori dell’arte italiana nella collezione della Courtauld Gallery è un affascinante disegno di Michelangelo Buonarroti (1475–1564). Un foglio raro per varie ragioni, innanzi tutto perché gli fu assegnato un titolo molto presto, poco dopo la sua esecuzione, fatto piuttosto raro per un disegno, mentre è molto più frequente per dipinti o sculture. Il titolo in questione è Il Sogno e ancora oggi il foglio è conosciuto con questo nome. Fu Giorgio Vasari (1511-1574), pittore e autore delle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori, a parlarne per primo, menzionandolo fra altri disegni celebri dell’artista. Oltre al titolo però Vasari non fornì nessun altro dettaglio e non diede alcuna interpretazione del soggetto, lasciando così terreno libero ai commentatori e agli storici dell’arte che hanno tentato di interpretarlo.

L’interpretazione più frequente, e probabilmente la più corretta, è che il foglio rappresenti la Fama che scende a risvegliare la virtù assopita nella figura maschile seduta in primo piano, che si risveglia da un sonno allusivo ai comportamenti poco virtuosi. Intorno ad essa, avvolti da nubi che nascondono o rendono sfocati alcuni dettagli, sono disposti vari personaggi che rappresentano i vizi. Da sinistra a destra si riconoscono Gola, Lussuria, Avarizia, Ira, Invidia e Accidia; solo la Superbia manca all’appello. All’interno della base su cui è seduto il protagonista si trovano delle maschere, che, benché non associate abitualmente ai sette peccati capitali, sono comunque simboli della falsità e dell’inganno. La figura alata scende dunque a risvegliare la mente del giovane in primo piano, scongiurandolo di abbandonare ogni tentazione.

L’opera non fu creata da Michelangelo come disegno preparatorio per un dipinto, ma come opera fine a sé stessa, probabilmente per farne dono a un amico o a un mecenate. Tuttavia, il destinatario di questo elaborato, misterioso disegno è a noi ancora sconosciuto. In un momento storico come quello che stiamo vivendo credo che quest’opera possa indurci a riflettere sulla nostra esistenza e sui vari e contraddittori aspetti che la compongono: virtù e vizio, bellezza e tentazione.

Viva l’Arte.

Ketty Gottardo, Martin Halusa Curator of Drawings, The Courtauld Gallery

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