Questo sito utilizza cookie tecnici, analytics e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookie.

Preferenze cookies

Stay safe! #9 – 30 marzo

Durante la chiusura al pubblico dell’Istituto, in questa pagina vi proponiamo testi e riflessioni di amici e scrittori, talvolta scritti per l’occasione, scelti ogni giorno per voi. Un modo di rimanere vicini, anche nella distanza.

 

‘Intervallo di riflessione’

…Era una specie di grosso e rudimentale marchingegno travestito da diavolo e caricato a molla, che si scuoteva e tremava da solo allo scopo di terrorizzare chi lo guardava, e che ricordava un po’ i Golem della tradizione ebraica. L’automaton o automa – questo il nome scientifico di allora – era un dorso di legno intagliato di realizzazione cinquecentesca, forse originariamente un Cristo alla colonna a cui nel secolo successivo erano stati applicati una testa e un meccanismo a manovella. Questo artificio meccanico ruotava la testa, gli occhi ed estraeva la lingua emettendo un suono inarticolato di ferraglia. L’opera proveniva dalla Wunderkammer o Cabinet de Curiosités del canonico Manfredo Settala, che nel corso della seconda metà del Seicento contava oltre tremila oggetti eccezionali e meravigliosi. Settala amava mostrare agli amici la sua bizzarra collezione, ma voleva che l’emozione del divertimento fosse preceduta da quella della paura, e progettò proprio questo automa per porlo in agguato all’ingresso del Museo. La Memoria della grande peste di Milano del 1630 era ancora viva, e la paura del ritorno di questa, per poter esser sopportata, doveva esser trasformata in un’immagine burlesca. Aby Warburg direbbe: Denkraum – intervallo di riflessione – distanziarsi dalla Tragedia trasformandola in Commedia!

Bernardino Branca, Villa Clara, Mimesis Edizioni, 2020, per gentile concessione dell’autore e dell’editore

Prenotazione non più disponibile