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Stay safe! #27 – 27 aprile

Durante la chiusura al pubblico dell’Istituto, in questa pagina vi proponiamo testi e riflessioni di amici e scrittori, talvolta scritti per l’occasione, scelti ogni giorno per voi. Un modo di rimanere vicini, anche nella distanza.

‘Londra, città “fantasmagorica”’

Non ho mai avuto (né credo mai avrò) il talento di ‘scrittore creativo’. Mi affido quindi alla penna ben più consumata di Giuseppe Mazzini riportando qui di seguito alcuni brevi estratti di una sua lettera inviata alla madre, subito dopo il suo arrivo da esule a Londra nel gennaio 1837:

«Siamo a Londra, giunti ieri. […] L’aria era fredda, ma d’un freddo che mi piaceva. L’ingresso del Tamigi e la navigazione fino a Londra impagabili. Non ho mai veduta la vita, il moto, l’attività commerciale in tanto sviluppo come in questa navigazione. È uno spettacolo indescrivibile. […]. Il cielo è piovoso, nebbioso; la città è piena di un’atmosfera che pare un fumo leggiero. Le piazza sono vastissime e da un’estremità non discernete, per quest’atmosfera, l’altra. Dappertutto fanali, e sono accesi alle quattro ore. […] La città tutta, colle sue case in mattoni di colore affumicato, e scuro, pare una cosa fantasmagorica; ai più questo non piace – a me piace. Mi par d’essere in una città che mi ricorda d’Ossian e de’ suoi poemi. Le contrade – quelle almeno che ho vedute – sono vaste, eterne, regolari. V’è un gran correre e ricorrere di legni, vetture, diligenze, omnibus, e che so io. […] Le botteghe mi paiono bellissime. Un solo inconveniente v’è: il caro prezzo di tutto».

Lasciata la nativa Genova, già repubblica marinara («Da quelli scogli, onde Colombo infante …»), passato a Marsiglia, centro portuale, Mazzini, da Calais, giungeva nel porto di una cosmopolita Londra, città rifugio di esuli e proscritti, con la profonda convinzione che il mare non divide ma, al contrario, avvicina e unisce popoli e mondi diversi. Qualche sera fa, dunque, passeggiando per le vie quasi deserte – durante il mio doveroso, seppur blando, quotidiano esercizio fisico – non so bene il perché, mi è tornata in mente questa lettera. Anch’io mi aggiravo in una Londra ‘fantasmagorica’ sia pure, ahimè, non nell’accezione ‘ossianica’ che aveva tanto colpito l’immaginazione di Mazzini nel lontano 1837.

Andrea Del Cornò, Italian Specialist, The London Library

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