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Stay safe! #11 – 1 aprile

Durante la chiusura al pubblico dell’Istituto, in questa pagina vi proponiamo testi e riflessioni di amici e scrittori, talvolta scritti per l’occasione, scelti ogni giorno per voi. Un modo di rimanere vicini, anche nella distanza.

 

‘Londra. Chiuso in casa, come tutti’

Londra. Chiuso in casa, come tutti. Giorni, settimane, forse mesi. Fra le varie tecniche per sopravvivere e mantenere la sanità mentale sto guardando o riguardando tutte le commedie di Eduardo de Filippo oggi disponibili grazie alle registrazioni dei quattro cicli di “Il Teatro di Eduardo” mandati in onda dalla RAI dal 1962 al 1981. Questa mattina ho visto per la prima volta La paura numero uno, una commedia in tre atti scritta da Eduardo nel 1950 e inserita nella raccolta Cantata dei giorni dispari. Il protagonista della commedia, Matteo Generoso interpretato da Eduardo, è traumatizzato dal ricordo della Seconda Guerra Mondiale e ossessivamente terrorizzato dall’idea di una nuova guerra: “Virgì, ci siamo. Parlano chiaro. Non è più un mistero. E come faremo? Chi avrà la forza di affrontare altri disagi, altri guai? Uno pare che tène vint’anne. E poi, a parte gli anni, la guerra passata ci ha distrutto il sistema nervoso, il fisico non ce la fa più. Vuie vedite ‘o Pateterno… e chi se mette a correre ‘e notte, per andare ai ricoveri?” La moglie e il cognato di Generoso decidono di organizzare un finto giornale radio nel quale si annuncia lo scoppio di una guerra combattuta tutti contro tutti! Di fronte alla realizzazione della sua paura numero uno, Generoso si tranquillizza e torna a vivere, ma non prima di fare acquisti in preda al panico in un modo simile a quello che abbiamo visto oggi con lo scoppio della pandemia: “Con queste due damigiane che ho comprato, sò dieci. Sono in tutto ottocento litri d’olio; ma ce ne vò ancora. Ieri comprai due quintali di zucchero, venti scatole di sapone, trecento candele e millecinquecento rotoli di carta igienica.” Un giorno, forse vicino o forse lontano, usciremo dalle nostre case e la vita quotidiana tornerà ad essere quella di prima. Ma il virus rischia di diventare la nostra paura numero uno. Basterà sentire un colpo di tosse dato da un passante. Qualche linea di febbre. Una mascherina dimenticata e trovata sul fondo della borsa. La paura numero uno che la pandemia ricominci. E se non sarà il COVID-19 allora la paura di un altro mostro scappato dai tradizionali “mercati bagnati” della Cina. Un giorno, forse vicino o forse lontano, usciremo dalle nostre case ma in un mondo cambiato dove faticheremo a ‘truva pace.

Maurizio Cinquegrani, Storico del cinema e Fellow della Royal Geographical Society

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