Volponi, Olivetti e La macchina mondiale
Francesca Limana, David Albert Best e Richard Dixon in conversazione
Lunedi’ 25 novembre, ore 18.30 all’IIC Londra
In occasione del centenario della nascita di Paolo Volponi, i relatori discutono del ruolo di Volponi nella letteratura del Ventesimo Secolo e della profonda influenza di Adriano Olivetti nelle sue opere e nel suo pensiero politico. Olivetti, uno degli industriali piu’ illuminati d’Europa e a capo della ditta che produrra’ il primo desktop per computer al mondo, incontro’ Volponi nel 1949 riconoscendo il potenziale del giovane poeta laureato in legge e proveniente dalla regione rurale delle Marche. Gli fu affidato il compito di cercare modi sostenibili per migliorare le condizioni di vita della forza lavoro, composta in larga parte da immigrati provenienti dal sud Italia che avevano abbandonato poverta’ e privazioni del mondo contadino in cerca di un futuro migliore. Nel 1956, Adriano Olivetti nomino’ Volponi come suo Direttore dei Servizi Sociali presso lo stabilimento di Ivrea, dove rimase fino agli inizi del Anni Settanta, anche dopo la scomparsa prematura di Olivetti nel 1960. Le otto novelle che Volponi ha pubblicato tra il 1960 e il 1961 rendono un ritratto vivido dei contrasti e delle contraddizioni tra la societa’ contadina e quella industrializzata in rapido sviluppo. La seconda di queste novelle, La macchina mondiale, grazie alla quale Volponi vinse il Premio Strega nel 1965, e’ stato pubblicato un secolo piu’ tardi dalla Seagull Books e la University of Chicago Press, tradotto da Richard Dixon con il titolo The World Machine.
Il libro racconta di uno dei filosofi di campagna, un disadattato, che sviluppa la teoria secondo la quale le persone sono macchine costruite da altri esseri anch’essi a loro volta macchine.
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Francesca Limana e’ esperta di comunicazione che cura progetti culturali e promuove l’ottimizzazione di risorse di archivi di fondazioni e enti del settore terziario. Dal 1999 al 2022, e’ stata Capo delle Counicazioni e Progetti Editoriali presso la Fondazione Adriano Olivetti e ha condotto ricerche su Olivetti, curando mostre tra cui: Universo Olivetti. Comunità come utopia concreta, mostra internazionale promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la Fondazione MAXXI (2021); Olivetti. 110 anni di innovazione curata per la Olivetto S.p.a presso il Museo del Novecento a Milano (2019), Adriano Olivetti nostalgia di futuro, Padiglione italiano alla 13sima Biennale di Venezia (2012). Dal 2008 al 2022 e’ stata caporedattore del periodico COMUNITA’, rivista culturale fondata nel 1946 da Adriano Olivetti. Dal 2023, e’ stata membro del Comitato Scientifico del IN-Arch National Institute of Architecture e del Comitato Organizzativo del MANUSCRIBERE Festival, per la candidatura della scrittura come patrimonio dell’UNESCO.
David Albert Best e’ Professore ordinario presso l’Université Libre de Bruxelles; direttore della sezione linguistica del l’università, ULB Languages. Dopo la laurea in studi europei presso l’University College di Cork (1999), David Albert Best ha intrapreso il dottorato di ricerca in Lingue Moderne con una tesi su Rappresentazioni della ruralità nella letteratura dell’Italia centrale del XX secolo (Ruralism in Central Italian Writers 1927-1997: From ‘Strapaese’ Landscapes to the Gendering of Nature, Ancona University Press, 2010). Ha svolto attività di docenza/ricerca sulla lingua e la cultura italiana presso le Università di Cork, St Andrews e Trinity College di Dublino (2003-2009), successivamente ha insegnato traduzione e studi culturali presso l’Università di Napoli “L’Orientale” (2009-2011). Ha pubblicato saggi interdisciplinari su Carlo Cassola, Romana Petri, Fabio Tombari e Paolo Volponi, tra cui: “Volponi-Olivetti e la difesa della civiltà contadina: La macchina mondiale tra ruralismo e cultura industriale”, in Volponi estremo, a cura di S. Ritrovato, T. Toracca & E. Alessandroni (Metauro, 2015) e “Volponi-Ottieri-Olivetti e i mali dell’homo industrialis: un ritorno alla civiltà della natura come discutibile antidoto al malessere urbano-industriale”, in Gli anni dell’alienazione in Italia: fabbrica e asilo tra il miracolo economico e gli anni di piombo, a cura di A. Diazzi & A. Sforza Tarabochia (Palgrave, 2019). Abbracciando la letteratura italiana/europea del XX secolo, la sua ricerca si basa sulla geografia culturale, gli studi sul paesaggio e sulle campagne, l’ecocritica e l’ecofemminismo, gli studi di genere e postcoloniali e la traduzione, con contributi che vanno dall’analisi delle questioni di interpretazione per i prigionieri di guerra italiani della seconda guerra mondiale nella Scozia rurale, agli studi sulla politica del multilinguismo, sulla pratica redazionale e sull’equivalenza nei documenti giuridici dell’UE. Ha curato e tradotto il volume di Domenico Cosmai, The Language of Europe: Multilingualism and Translation in the EU Institutions (EUB, 2014). Con sede a Bruxelles, David Albert Best è stato per due mandati Presidente dell’Associazione Europea degli Insegnanti di Inglese Giuridico (EULETA, 2016-2021) e rimane attivo come educatore nel campo delle lingue per scopi specifici.
Richard Dixon ha tradotto una quarantina di opere, tra cui Umberto Eco (Il cimitero di Praga, Numero Zero, Cronache di una società liquida), Roberto Calasso (Ardor, L’arte dell’editore, La rovina di Kasch, Il presente innominabile, Il cacciatore celeste), Carlo Emilio Gadda (L’esperienza del dolore), Antonio Moresco (Luce lontana e Clandestinità), Stefano Massini (La trilogia di Lehman e Il libro delle parole inesistenti), Adrián N. Bravi (Il pettine e il sud 1982), Marcello Fois (Valse Triste), ed è stato uno dei traduttori dello Zibaldone di Giacomo Leopardi. Le sue traduzioni sono state selezionate per l’Independent Foreign Fiction Prize 2012, il John Florio Prize 2016 (traduzione encomiata), l’ALTA Italian Prose in Translation Award (2017) e l’International Dublin Literary Award (2018).
The Javelin Thrower (2019) e The World Machine (2024) di Paolo Volponi sono pubblicati da Seagull Books e University of Chicago Press.